L’osservatorio della Caritas diocesana di Frosinone, Veroli e Ferentino monitora e raccoglie periodicamente le informazioni sui servizi diocesani di aiuto e accompagnamento. Nel 2020 nel pieno della pandemia da Covid, tante persone si sono rivolte alla Diocesi, attraverso i 9 centri di ascolto, 30 centri parrocchiali, la mensa per i poveri, il centro di ascolto nel carcere, 2 dormitori, lo sportello anti-violenza, il servizio di monitoraggio attivo degli anziani (Programma Viva gli anziani), la Fondazione antiusura GOEL. Queste iniziative di carità hanno dovuto riorganizzarsi nel corso del 2020 per rimanere al fianco delle persone più fragili anche nei momenti di chiusura totale del Paese. Le modalità utilizzate nel passato si sono adeguate alle norme per il contenimento della pandemia.

Queste le parole del Vescovo mons. Ambrogio Spreafico:“Abbiamo illustrato quello che la Diocesi ha potuto fare in questo difficile tempo di pandemia. Tante persone si sono rivolte alla Diocesi attraverso i centri di ascolto, la mensa oppure le parrocchie, le associazioni per essere aiutate. Il titolo di questo piccolo libretto che riprende la frase di Papa Francesco “Nessuno si salva da solo”,  esprime quello che noi vogliamo essere, in maniera molto umile, semplice, non migliori degli altri, ma al servizio, proprio perché nella frammentazione di questo tempo, nella solitudine di tanti, nella paura che ci ha tenuti a distanza, la Chiesa, tante associazioni e tante persone che non avevano nulla a che fare con la Chiesa e con le parrocchie, si sono messe a disposizione per gli altri. Hanno capito che nel tempo della frammentazione dovevamo trovare il modo di venirci incontro nel bisogno e allora è nata tanta solidarietà. Devo ringraziare tutti quelli che in modi diversi hanno contribuito a questo. Ci siamo sentiti talvolta separati e abbiamo dovuto tenerci separati, ma non è finita la solidarietà.  Non abbiamo chiuso la mensa per chi aveva bisogno, non abbiamo chiuso i centri di ascolto, non abbiamo chiuso le nostre realtà neanche nei momenti di lockdown più difficili. Abbiamo trovato i modi per poter continuare ad aiutare chi si rivolgeva a noi. Credo che questa sia una cosa molto bella, che diciamo con semplicità ed è stata possibile perché tanti hanno voluto aiutare. Quindi non solo per noi, le nostre forze da sole non sarebbero riuscite, ma con l’aiuto di tanti è stato possibile rispondere ai bisogni concreti di cibo, di bollette da pagare, ma anche un bisogno di essere ascoltato, di trovare una mano, di essere sostenuto. Un anziano solo, un anziano in istituto che riceveva una telefonata, tanti piccoli modi che ci hanno aiutato a vivere questo tempo, non come tanti io che vogliono affermare se stessi e tante volte se la prendono con gli altri creando confusione e niente di più, invece cercando di vivere quel noi che dovrebbe essere non solo la vita della Chiesa, ma dovrebbe essere il nostro essere uomini e donne che vivono non solo nella stessa città, ma nello stesso pianeta Terra e sono parte di un popolo di fratelli e sorelle come direbbe Papa Francesco.”

 Il direttore della Caritas diocesana Marco Toti ha illustrato così l’iniziativa: “Abbiamo presentato oggi i dati dell’attività che la Diocesi ha messo in campo nell’anno 2020, per andare incontro ai poveri e alla necessità del territorio.  Abbiamo notato un forte aumento in percentuale delle persone italiane che si sono rivolte alla Caritas, ai centri di ascolto, alla mensa diocesana e agli altri servizi. Abbiamo notato anche un aumento numerico complessivo delle persone, compreso chi non si era mai rivolto a chiedere aiuto. Questi fenomeni ci pongono delle domande, nella tempesta che abbiamo vissuto e che in parte stiamo ancora vivendo, tanti si son sentiti un po’ sballottati senza un riferimento, senza un approdo e allora le tante iniziative messe in atto hanno voluto costituire e vogliono costituire tuttora un punto di riferimento stabile. 

Chiunque anche oggi se sente un bisogno, ha una difficoltà impellente, non sa come far fronte alle primarie necessità della vita quotidiana, abbia un riferimento, abbia un numero di telefono, abbia un indirizzo, abbia una persona a cui poter dire <io sono in difficoltà aiutami>. Questo è il senso del lavoro fatto nell’anno 2020 che presentiamo oggi. Questo è il senso del lavoro quotidiano che la Chiesa nelle sue diverse forme fa tutti i giorni nel territorio, da Frosinone ai centri più piccoli della Diocesi.  Questo è anche uno stimolo alle istituzioni, al privato sociale, agli operatori economici, a dire è possibile dare una mano è possibile dare un aiuto, nessuno si tiri indietro, ognuno secondo le sue possibilità faccia la sua parte. Questo è il messaggio complessivo che la Diocesi dà oggi. In questi mesi è aumentata la percentuale di uomini che si sono rivolti ai centri di ascolto. Quest’anno gli italiani sono diventati i due terzi delle persone incontrate e ascoltate. Ciò significa che la difficoltà ha inciso moltissimo sulle persone stabili del territorio, più che sui nuovi arrivati e soprattutto è stata pervasiva perché quando vediamo un numero così crescente che riguarda migliaia di persone ci dobbiamo domandare <ma forse è un fenomeno generalizzato che riguardano le famiglie, le “più normali” che ci sono.>”

Il rapporto dell’osservatorio al link di seguito

https://www.diocesifrosinone.it/images/pdf/Osservatorio_Caritas_povert%C3%A0_e_risorse_Rapporto_2020.pdf